Sapevamo che ci sarebbe stato da soffrire e da tirar fuori il fazzoletto di riserva. Se già il promo della stagione con annesso coro dalla tonalità lacrimosa non fosse stato sufficiente, Lavinia ce l’ha rammentato a metà stagione: mai affrontare un episodio di questa serie senza un fazzoletto con sé.
La Grande Guerra sembrava dover essere la cifra stilistica di questa seconda stagione ed invece si conclude proprio all’inizio della seconda parte della serie. Il motore scatenante di tante vicende drammatiche e tanti cambiamenti si conclude tra gli 11 rintocchi dell’orologio, lasciandoci però personaggi ormai irrimediabilmente diversi da come li avevamo conosciuti. Il tanto atteso cambiamento sociale, però, più che scoppiare all’improvviso, come è accaduto nella vicina Russia, striscia e si insinua nelle relazioni tra i personaggi, sia nelle stanze padronali sia in quelle servili.
DONG. Lady Mary è sempre più vicina al grande passo con un self-made man borghese, che mette ben in chiaro di essere disposto a trattarla con ogni riguardo ma non ad essere messo da parte per capriccio. Dalla sua ha il segreto della ragazza e la capacità economica di offrirle una casa maestosa vicino a Downton e Carson come direttore della sua futura magione. Fortunatamente Richard è il classico malvagio imprenditore senza scrupoli né cuore. Non è però un’idiota e, capendo la pericolosità di Matthew, rimette in gioco Lavinia, supportato da una Cora concreta come le sue origini.
DONG. Anche Lavinia è cambiata. Non si tratta più di un personaggio marginale, insipido, buono a tener caldo il posto a Mary finché non arriverà il lieto fine. Ora è una donna risoluta, che Matthew non potrà più mettere da parte ignorandone le convinzioni.
DONG. L’arrivo del fu Patrick, l’erede di Downton Abbey annegato nei primi minuti dell’episodio pilota e ora provvidenzialmente riapparso, sfigurato e convalescente, poteva essere la prima nota stonata nel perfetto concerto delle sottotrame della serie. Non è stato così: svanisce così come è apparso, lasciando dietro di sé il dubbio sulla sua identità e la breve illusione di Edith di poter ritrovare una felicità che non le era mai appartenuta. DONG.
Anche tra la servitù i cambiamenti si susseguono. Alcuni repentini, come la decisione di Carson di seguire Mary, altri più sottili, come il proposito di Thomas di aderire al mercato nero o le continue peripezie a cui fanno fronte Mr. Bates e Anna. DONG, DONG.
Proprio questo mi pare il passaggio più delicato, il nervo scoperto della serie, specie dopo il telegramma finale. La serie si era aperta con un deciso NO alla felicità di Anna e Mr. Bates. Ora continua ad inanellare tutta una serie di situazioni che, se da una parte permettono alla storia principale (e a quella di Mary) di svilupparsi, dall’altra rendono sempre meno credibile il travaglio dei due innamorati e più artificioso il personaggio della crudelissima Mrs Bates.
L’altra coppia a cui ogni felicità sembra negata è quella tra Mary e Matthew. Se Richard non costituisse già un minaccioso ostacolo, il ritorno di Lavinia, la contrarietà di Cora e l’invalidità del ragazzo costituiscono una sequenza di rintocchi senza appello. Però. Però c’è quella scena, quel sentire improvviso di Matthew poco circostanziato, unito all’affetto per Lavinia che si mischia alle camminate con Mary. Ora il campanello lo sento dentro di me, ma è dall’allarme. Non staranno mica tentando la strada di Lazzaro, il miracolo di Clara di fronte alla mucca, al grido di “Alzati e cammina!”, vero? Downton Abbey ha già dimostrato di essere gestito magnificamente e di ritenerci abbastanza adulti da non dover indorare (troppo) la pillola. Riuscirà a non privarci della Storia d’Amore principale senza ricorrere a del facile patetismo della domenica con un’improbabile cantonata medica? Non lo so, ma se c’e’ una serie che può farlo, questa è proprio la perla della ITV.
-Robert è rimasto senza rintocco di pendola. Infatti Lord Grantham è l’unico personaggio che non ha subito cambiamenti di sorta, per cui non è ancora suonata l’ora del cambiamento, nonostante la guerra. La nuova cameriera però potrebbe cambiare lo stato delle cose.
– Mary cita Jack Johnson, primo pugile di colore a vincere il campionato del mondo dei pesi massimi.
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